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giovedì 6 ottobre 2011

Genio e Follia.....


Durante gli ultimi undici anni ho dato più di tutto me stesso ad Apple. Sarò il primo a farmi
avanti e a dire al nostro consiglio di amministrazione quando non potessi più tenere fede ai miei
impegni in veste di CEO. Spero che tutta la comunità Apple vorrà supportarmi nel mio periodo di
recupero e sappia che per me viene prima di tutto ciò che è meglio per Apple”.





Tratto dalla lettera del 5 Gennaio 2009 con cui Steve Jobs comunica al CdA della Apple la decisione di prendere un periodo di riposo di sei mesi a causa dei suoi problemi di salute. Pochi mesi fa nuovamente la triste notizia della rinuncia alla carica di CEO ancora una volta per problemi di salute.
Oggi 6 ottobre 2011 muore Steve Jobs.
Il legame indissolubile, di osmosi, tra l'azienda e il suo fondatore è sempre stato evidente.
Già nel 1985 quando Steve Jobs lasciò Apple in seguito alla lotta di potere con un uomo (John Sculley, CEO PepsiCo ) che lui stesso aveva voluto al timone dell'azienda. In questo frangente il carisma di Steve Jobs venne messo a dura prova, ma i successi non mancarono con la fondazione di altri due colossi "NEXT" ed acquisì per circa dieci milioni di dollari la Pixar di George Lucas.
Determinato come agli albori di Apple, Jobs creò una partnership tra la Pixar Animation Studios e la Disney, in cui la prima avrebbe creato film e la seconda ne avrebbe curato la distribuzione. La partnership si rivelò subito un idillio: nacque Toy Story, il primo film in animazione digitale.

La Apple nel frattempo, sotto la gestione di Sculley e del successivo Gil Amelio, finì per ritrovarsi, nel 1997, sull’orlo del fallimento, causa l’incapacità di confrontarsi con realtà importanti come quella di Microsoft, e il lancio di prodotti estremamente costosi in termini di produzione e ricerca e sviluppo e di scarso successo sul mercato.

Steve Jobs rientrò nel 1997, appena al comando intraprese una seria politica di “rifocalizzazione” sugli asset rappresentativi del vantaggio competitivo aziendale: Tagliò quindi tutti i prodotti e le attività di ricerca e sviluppo non core, esternalizzando i processi di business non essenziali. Contemporaneamente investì in nuove risorse umane e in marketing e comunicazione, quali “leve strategiche” da sfruttare per il lancio di un nuovo prodotto, antesignano della rinascita Apple: l’ iMac.

Jobs, inoltre, riuscì a convincere il consiglio di amministrazione di Apple ad acquistare la NeXT Computer e ad utilizzare NEXTSTEP (il sistema operativo sviluppato da NeXT) come base per le future versioni del sistema operativo Mac OS.
Jobs divenne il nuovo CEO e promosse personalmente lo sviluppo dell’iMac. Il successo in termini di vendite fu tale da salvare Apple dalla crisi finanziaria e da consentire il finanziamento dello sviluppo dei computer futuri.



La morte di Steve Jobs, costringerà l’azienda a pianificare la propria organizzazione futura senza il suo fondatore.
Il particolare rapporto di osmosi tra l’azienda e il suo leader, che ha segnato lo sviluppo di Apple nella sua storia, renderà probabilmente questa come la più grande sfida che abbia mai affrontato il management di Cupertino.
Ai ragazzi che lo considerano un semidio, Jobs ha già lasciato il suo epitaffio:
“Stay hungry, stay foolish” (rimanete affamati, rimanete folli).

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