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mercoledì 27 luglio 2011

Le Pubblicità "Glocal"


Prima di applicare il concetto di "Glocal" alla pubblicità, bisogna spiegare il significato del termine: Glocalizzazione o glocalismo è un termine introdotto dal sociologo Zygmunt Bauman (di origini ebreo-polacche, ma vissuto in Inghilterra) per adeguare il panorama dellaglobalizzazione alle realtà locali, così da studiarne meglio le loro relazioni con gli ambienti internazionali.


      • La creazione o distribuzione di prodotti e servizi ideati per un mercato globale o internazionale, ma modificati in base alle leggi o alla cultura locale.
      • L'uso di tecnologie di comunicazione elettronica, come internet, per fornire servizi locali su base globale o internazionale. Craigslist e Meetup sono esempi di applicazioni webglocalizzate.
      • La creazione di strutture organizzative locali, che operano su culture e bisogni locali, al fine di diventare multinazionali o globali. Questo comportamento è stato seguito da varie organizzazioni, ad esempio dall'IBM. (wiki)     

L' obiettivo delle forme di comunicazione glocal, che fanno della dialettalità il loro punto di forza, è quello di creare più prossimità con il consumatore.
Alcune campagne pubblicitarie pongono in primo piano l'uso del gergo creando una partecipazione emotiva tra messaggio e audience.
E' possibile citare alcuni esempi di questo tipo di pubblicità che gli esperti di comunicazione hanno indicato con il nome di: "Federalismo pubblicitario". Ad esempio può capitare di osservare per le strade di Milano affissioni che ironicamente ti informano che: "El dutur laura, el stupid giuga al dutur" "Il dottore lavora, lo stupido gioca al dottore";  " El furb va a ciapà i rat, el stupid la topa" "Il furbo va a prendere i topi, lo stupido la topa". A Napoli, allo stesso modo: "O scenziat ten e' ampoll, o stupid ten e' ppall" "Lo scenziato ha le ampolle, lo stupido le palle". E non manca, per il Lazio, il riferimento alla capitale: "Roma fa la stupid stasera". 
Ecc. (DIESEL)

Un altro esempio è quello di MARS a Napoli che durante il periodo dell'epifania utilizzava il claim "Befà si 'o mars è nu suonn nun me sceta' " "Befana se il mars è un sogno non mi svegliare".



Se le affissioni, secondo l’Osservatorio Multicanalità 2010 condotto da Nielsen, Nielsen Online, Connexia e School of Management del Politecnico di Milano, raccolgono il 66% del gradimento dei consumatori, ancora di più lo sono le iniziative nel punto di vendita che per il 74% degli italiani rappresentano il mezzo che maggiormente guadagna approvazione. 
E così il negozio non si sottrae all’estro dialettale di copywriter e art director e si affida al vernacolo per 
l’inaugurazione di store locali con campagne pubblicitarie nell’idioma locale sottolineando non solo 
il radicamento sul territorio ma anche la comprensione delle reali esigenze dei consumatori.

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